Vademecum per il vertice di centro-destra che forse oggi non si farà.

Il tema all’ordine del giorno sarebbe Musumeci “Si”, Musumeci “No”: come se rispondendo correttamente al quesito il Centro-destra vince o perde le elezioni di novembre.

No, non è così semplice come a qualcuno può sembrare.

Infatti, da un canto la sinistra il 15 luglio con le primarie rilancerà le sue quotazioni grazie ad una mobilitazione anche modesta che i media amplificheranno; dall’altro il M5S dopo la scissione operata da Di Maio punterà tutte le sue carte sulle regionali siciliane, cavalcando la protesta sociale che esploderà in autunno, dopo la probabile fuoruscita dei grillini dal governo Draghi.

Il PD, peraltro, conta sul successo di Caterina Chinnici, donna, moderata, inclusiva, figlia di uno degli eroi vittima di attentato mafioso.

Inoltre, assalta la diligenza, a suon di calunnie e promesse, De Luca, dalle ambizioni inversamente proporzionali alla sua statura, programma mezzo grillino-mezzo meridionalista, dotato dicono di illimitate risorse.

Nel centro-destra bisognerà trovare, in Sicilia regione – vale la pena di ricordarlo- a Statuto speciale autonomista, bisognerà trovare, con la partecipazione di tutti, nessuno escluso e niente veti e niente pretese, chi saprà essere ed apparire più di altri: inclusivo, ragionevole, riformista, rispettoso degli alleati, capace di mobilitare, attorno ad un programma di sviluppo attento alle fasce sociali più fragili, i tanti elettori che tornino a credere nella Politica e nella Regione.

Non si tratta di appendersi la medaglia dell’appartenenza del candidato a questo o a quel partito, né di patteggiare tra questa o quella regione, né di regole astratte sull’uscente sol perché tale.

Così giochicchiando si va incontro alla sconfitta o forse alla disgregazione del centro-destra.

Ci vuole una personalità autorevole che, qualunque sia la sua provenienza politica e culturale, agisca da indipendente, sappia promuovere l’adesione di nuovi movimenti, categorie professionali, produttive e il loro coinvolgimento in liste civiche.

Così una coalizione abbastanza “indecisa” potrà affermare il diritto ad ottenere i consensi e ad assicurare il buon governo ai siciliani.