Ieri si è tenuto il gran consulto del centro-destra in vista delle regionali. Sottovoce sono arrivate critiche a Musumeci che ha ignorato i partiti e i deputati dialogando solo con gli assessori. Questi, a loro volta, hanno fatto il bello e il cattivo tempo e hanno destabilizzato i partiti di provenienza e i loro leaders e poi, in qualche caso, hanno lasciato quei partiti con un pugno di mosche in mano . È successo per il prof. Lagalla, già rettore dell’Università di Palermo e poi assessore alla formazione in quota cantiere popolare, ed ancor prima assessore alla sanità nel governo Cuffaro. Pare che Lagalla, che nel frattempo è trasmigrato nell’Udc, si sia impegnato a nominare gli assessori delle liste che hanno ottenuto almeno il 3,5 %. Ma ci sono novità: vorrebbe le rose di nomi riservandosi di scegliere, negherebbe la poltrona di vicesindaco a Cascio che, invece, si era ritirato con quel preciso impegno. Nel frattempo nomina un bel gruppetto di tecnici scelti solo da lui, per non parlare di liste e movimenti fatti scomparire lungo la strada. Ha senso incontrarsi per la Presidenza della Regione, senza prima pretendere chiarezza dal sindaco? Il partito che dovesse trovarsi domani in Assemblea e nel Governo dopo essere stato ignorato o strapazzato, potrà solo obtorto collo e per amore verso Palermo, sostenere i progetti della città. E questi partiti che si riuniscono è bene che tengano una posizione comune sulla giunta palermitana. In sostanza varrà il principio che chi acchiappa porta a casa e gli altri restano con un palmo di naso.